GIANNI CARIA

    Data 28 agosto 2025
    Orario 18
    Luogo Regia Pretura • Pula

    Gianni Caria (Sassari, 1960), magistrato, è attualmente Procuratore della Repubblica di Sassari. Per Il Maestrale ha pubblicato il romanzo Sabbie (2023), preceduto da Il presidente addormentato (Bibliotheka 2018) e dal libro di esordio La badante di Bucarest (Robin 2012; Il Maestrale 2024), già vincitore del Premio Giovani Lettori – Memorial Gaia di Manici Proietti (Perugia, 2013) e piazzatosi al secondo posto nel giudizio del Comitato di Lettura della XV Edizione del Premio Primo Romanzo Città di Cuneo (2012-13).

    Edizioni Il Maestrale • 2025

    Rosario va in pensione

    Rosario Livatino fu ucciso il 21 settembre 1990, poco prima di compiere 38 anni, mentre a bordo della sua utilitaria per­correva come tutti i giorni la strada che collega Canicattì ad Agrigento, sede del Tribunale dove prestava servizio come magistrato. I sicari, tutti individuati e condannati, appartenevano alla Stidda, un’organizzazione criminale paramafio­sa. A seguito di un’infelice espressione, che lo ri­guardava indirettamente, dell’allora Presidente della Repubblica Cossiga, Livatino è noto come il «giudice ragazzino» (da qui il titolo del saggio di Nando Dalla Chiesa e del film di Alessandro Di Robilant, con Giulio Scarpati). Nel 2021 è sta­to dichiarato beato; da allora la camicia da lui in­dossata quando fu ucciso è considerata una re­liquia. Gianni Caria prestava servizio ad Agri­gento come magistrato all’epoca dell’omicidio, e in questo suo atto unico immagina che Rosa­rio sia scampato all’attentato, che si sia sposato e che abbia sempre vissuto a Roma, fino ad arri­vare alla soglia della pensione. Lungo la finzione si affrontano temi come: l’eroismo, il coraggio, la credibilità e l’inadeguatezza, la santità reale e quella equivocata, il pentimento sincero e quel­lo di interesse, la giovinezza perduta e la malin­conia per la sorte dei genitori; e in primo piano l’ingiustizia di non aver potuto conoscere l’amo­re. Il volume contiene in appendice un monolo­go che è stato interpretato da Giulio Scarpati nella manifestazione culturale “Pensieri e paro­le”, tenutasi all’Asinara nell’agosto del 2024.

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