G. CASSITTA • P.L. PIREDDA

    Data 28 agosto 2025
    Orario 18
    Luogo Regia Pretura • Pula

    Giampaolo Cassitta (Oristano 1959), è stato educatore penitenziario e Dirigente del Ministero della Giustizia. Ha all’attivo numero­se pubblicazioni, fra le quali ricordiamo: Asina­ra, il rumore del silenzio (Frilli 2001); Supercarcere Asinara (Frilli 2002); Il giorno di Moro (Frilli 2006); C’era una volta all’Asinara (Frilli 2023; Pre­mio Vermentino 2024; Premio “un mondo a par­te” 2024); Il piano zero (Arkadia 2011); Le destina­zioni del cielo (Arkadia 2014); Gli ultimi sognano a colori (con Salvatore Morittu, Arkadia 2016, pre­mio Franco Putzolu 2022); Domani è un altro gior­no (Arkadia 2020; Premio Catania 2020); La legge di Donna Matilde (Arkadia 2025). Editorialista de La Nuova Sardegna. È direttore artistico del festi­val Genera e del festival Ammajare. Il suo sito è www.giampaolocassitta.it.

    Pier Luigi Piredda (Sassari 1957). Giorna­lista professionista dal 1983, ha sempre lavorato nello storico quotidiano La Nuova Sardegna, chiudendo la carriera da responsabile della reda­zione di Nuoro. Ha scritto di cronaca seguendo per il giornale i fatti più importanti accaduti in Sardegna e non solo. Ha raccontato faide, omici­di, sequestri di persona e le catture di pericolosi latitanti. Ha anche seguito la tragedia della Mo­by Prince e la strage di Palermo in cui morirono il magistrato Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta. Ha raccontato il dopoguerra in Bo­snia con reportage da Sarajevo. Con la fotografa Elisabetta Loi, ha pubblicato Sotto il cielo di He­rat (Carlo Delfino 2013), dove ha raccontato la missione della Brigata Sassari in Afghanistan. Nel 2000 ha ricevuto la menzione d’onore al Pre­mio di giornalismo Lao Silesu per i servizi sul pe­staggio nel carcere di San Sebastiano a Sassari.

    Edizioni Il Maestrale • 2025

    Aria mossa

    Storia di una protesta e delle sue ombre nel carcere di Sassari (3 aprile 2000)

    Cosa è accaduto dentro il carcere di San Sebastiano a Sassari il 3 aprile del 2000? Perché, in un luogo dove l’aria è immobile da anni, qualcosa improvvisa­mente si agita fino a diventare protesta, ri­chiesta di aiuto, disperata ricerca di una soluzione che non arriva? E cosa racconta­no quelle macchie di sangue rappreso nel­la “rotonda”, nella sala colloqui, nelle cel­le e nei corridoi? E quei silenzi provenien­ti dalle stanze del potere? Tutto parte da una lettera che arriva nelle mani di un pe­nalista, di un giornalista e di una magi­stratura che decide di varcare quelle mu­ra, con determinazione. E lì dentro si sco­pre un’atroce verità: una storia dura, diffi­cile da raccontare. Una storia sbagliata. — Venticinque anni dopo, quelle voci torna­no a farsi sentire. C’è il giornalista che per primo ascoltò madri e mogli che urlavano domande e pretendevano risposte sui loro figli e mariti. C’è l’educatore del carcere di Alghero, che si trovò davanti, tra i carcera­ti, il Provveditore dell’amministrazione penitenziaria e diversi poliziotti. Ci sono le testimonianze delle donne, dei detenu­ti, degli avvocati, tutti uniti dalla volontà di spezzare il silenzio e restituire dignità a chi l’ha perduta. Di voce in voce, come in un romanzo, la verità riemerge. L’aria pe­sante si muove, si trasforma, disegna un nuovo quadro che, nel ricordo, ci aiuta a comprendere.

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